L’indagato, coetaneo della vittima, è stato sottoposto alla misura di obbligo di dimora e dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale e atti persecutori.
Il giovane ha parlato di rapporti consenzienti con la vittima, ma gli indizi raccolti a suo carico racconterebbero altro, tra persecuzioni, intimidazioni e violenze.
Sedicenne stuprata a Latina
Ha messo nero su bianco l’inferno che stava attraversando. In terza persona ha raccontato in un tema d’italiano su Giulia Cecchettin – la 22enne uccisa dall’ex fidanzato a Vigonovo – le violenze e le persecuzioni che il suo ex fidanzato le stava infliggendo. Quelle parole hanno messo in allarme la docente di italiano, che a sua volta ha segnalato il tutto alla dirigente scolastica. A quel punto la “macchina” si è messa in moto e sono partite le indagini a carico di un ragazzo di 16 anni, coetaneo della vittima. I due giovani frequentano un istituto professionale di Latina. La loro storia si sarebbe chiusa lo scorso ottobre, dopo due anni di relazione, ma l’adolescente avrebbe continuato a perseguitare la ragazza, pedinandola e costringendola a isolarsi dai suoi amici.
Lei non ha raccontato a nessuno la sua odissea, fino a quando l’insegnante non ha proposto ai suoi alunni un tema su Giulia Cecchettin, che proprio oggi riceverà la Laurea alla memoria in Ingegneria biomedica all’Università di Padova.
Denunciato l’ex fidanzato
La 16enne di Latina ha raccontato che l’ex fidanzato la seguiva, le inviava continuamente messaggi su Whatsapp e l’avrebbe costretta a un rapporto sessuale. I carabinieri di Latina hanno anche trovato un video sul telefonino dell’indagato in cui viene ripreso l’abuso. Dal canto suo, il 16enne ha respinto ogni addebito, riferendo di aver avuto sempre rapporti consenzienti con la vittima. Il 16enne è stato sottoposto alla misura di obbligo di dimora e dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale e atti persecutori.
Sulla vicenda dovrà ora pronunciarsi il giudice per le indagini preliminari di Latina, che si è riservato sulla decisione, mentre i legali difensori dell’indagato hanno chiesto la revoca della misura cautelare.
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