Secondo Enrico Stefàno l’apertura della ZTL sino al 30 agosto non serve a nulla

La decisione presa da Virginia Raggi di prolungare l’apertura della ZTL almeno sino al 30 agosto, è stata aspramente criticata da Enrico Stefàno, consigliere del M5S e Presidente della Commissione Mobilità di Roma Capitale, sulla sua pagina Facebook. Il provvedimento, secondo quest’ultimo, non servirebbe praticamente a nulla.

La decisione di Virginia Raggi

La decisione della sindaca era stata presa con l’evidente intenzione di favorire la ripresa economica di negozianti e commercianti operanti all’interno della ZTL. Un intento meritorio il quale, però, secondo Stefàno si tradurrebbe esattamente nel suo inverso, in quanto andrebbe a creare una sorta di imbuto a monte del sistema. Dovuto al fatto che in pratica i parcheggi all’interno della ZTL sono già appannaggio dei residenti, rendendo impossibile la sosta per i veicoli provenienti da fuori.

Le conseguenze negative del ritorno all’auto privata

A conforto delle sue tesi, Stefàno porta anche recenti studi i quali dimostrerebbero come un ritorno generalizzato all’auto privata si tradurrebbe in un danno per l’economia.
Mettendo inoltre in rilievo la contraddizione tra il puntare sui servizi di sharing, dare la possibilità di allargare la zona destinata ai tavolini all’aperto, realizzare corsie ciclabili transitorie e non chiudere la ZTL proprio per incentivare una mobilità più intelligente.

Il parere degli operatori commerciali

Le opinioni di Stefàno sembrano in effetti non prive di una logica. Resta però il fatto che a premere per l’apertura della ZTL siano gli stessi commercianti, secondo i quali il proprio giro di affari non potrebbe riprendere senza dare la possibilità al maggior numero di persone di recarsi al suo interno con il solo trasporto pubblico.
Una posizione che sembra aver spinto la Raggi a dare vita ad un provvedimento il quale, in definitiva, sembra il classico modo per non scontentare nessuno, rischiando però di tradursi esattamente nel suo opposto. Almeno a detta di Enrico Stefàno.

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