AMA, un dipendente su tre sarebbe inidoneo

L’AMA è uno dei simboli del disastro romano. L’azienda per lungo tempo è stata considerata più o meno una sorta di vacca da mungere dai partiti e oggi presenta il conto alla città. Un conto estremamente salato, stando alla fotografia scattata dal suo amministratore unico, Stefano Zaghis.

I dati forniti da Zaghis di fronte alla commissione Ambiente presieduta dal consigliere grillino Daniele Diaco non lasciano alcun dubbio al proposito. E, soprattutto, squarciano la tela di una narrazione che sembra non tenere conto della situazione reale delle municipalizzate capitoline.

AMA, mancano il personale e i mezzi

Addirittura il 32% dell’organico di AMA sarebbe inidoneo. Una percentuale che è addirittura il doppio rispetto ad Amsa, l’omologa milanese. Mentre nei giorni festivi lavorano soltanto 1.700 persone, un terzo di quelle all’opera nei feriali.

Una situazione resa ancora più grave dal mancato turnover. Tra il 2015 e il 2020 sono infatti stati pensionati 710 lavoratori, senza essere sostituiti. In particolare sono rimaste scoperte 40 posizioni tra i meccanici, 85 tra gli autisti e 300 tra gli operatori.

Per quanto riguarda i mezzi la situazione non è migliore. Anche con l’arrivo dei CsL, i 102 mezzi pesanti che entreranno in funzione a luglio, AMA avrà meno del parco macchine necessario. I mezzi già in funzione, peraltro, hanno più di 10 anni, a fronte di un’età media nazionale di 7 più 1, e di una europea di 5 più 1.

La penuria di uomini e mezzi si riflette naturalmente sulla regolarità del servizio, che ha visto una flessione dell’1,8% nel 2019 rispetto all’anno precedente, mentre i servizi erogati sono stati 130mila, rispetto ai 144.600 pianificati. Un dato quindi abbastanza sconfortante.

Secondo Zaghis è impossibile lavorare

Condizioni, quelle di AMA, che spingono lo stesso Zaghis ad affermare che in questo modo non è possibile lavorare. Se secondo l’amministratore unico Roma dovrebbe essere pulita come Disneyworld, essendo una vera e propria vetrina nazionale, nella realtà è impossibile mantenere un livello di decoro sufficiente. In pratica la capitale è l’unica grande capitale mondiale ove l’azienda della nettezza urbana non lavora sette giorni su sette.

Una constatazione che spinge Zaghis ad affermare a chiare lettere che, in mancanza di una soluzione concordata coi sindacati, sarà costretto ad interventi coattivi. Una vera e propria dichiarazione di guerra che potrebbe aprire un nuovo fronte nel tormentato rapporto tra la giunta grillina e le organizzazioni sindacali.

AMA, le prossime mosse

In attesa di risposte dai sindacati, l’amministratore unico ha annunciato che dalla fine di febbraio 260 lavoratori inidonei saranno adibiti a spazzini nei quartieri della periferia. Inoltre sarà varato un piano in concerto con i sindacati che punta a coinvolgere almeno l’80 per cento del personale nei giorni festivi. Il piano dovrebbe essere lanciato a marzo ed essere valido per il successivo quinquennio, in concomitanza con il piano industriale. Come preteso del resto dalla Regione Lazio, che ha posto il 31 marzo come limite invalicabile.

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